ARTISTI DELL’ARGENTO

L’Argentiere Pagliai è una delle ultime botteghe con il proprio laboratorio artigianale, in Borgo San Iacopo, nel cuore della Firenze medievale. Qui svolge la sua attività Paolo Pagliai, supportato da un team di giovani in gamba che ha “formato” e altri che stanno imparando. Con lui ci sono la moglie Raffaella e la figlia Stefania, terza generazione di un’azienda che, fondata circa un secolo fa da Orlando Pagliai, ancora oggi tiene alto il nome dell’argenteria a Firenze. L’Argentiere Pagliai, punto di riferimento per antiquari, collezionisti, clienti affezionati di tutta Italia, è anche riconosciuta come Esercizio Storico Fiorentino di pregio.

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Nel 1841 si contavano a Firenze ben 26 argentieri. In questo numero erano compresi, senza distinzione, anche dei cesellatori e i battilori. Storicamente le botteghe degli argentieri erano concentrate nelle stradine dell’Oltrarno, che gravitavano nella zona del Ponte Vecchio, sul quale si trovavano invece gli orefici. Proprio qui comincia la storia di Orlando Pagliai, classe 1906. Al termine di un percorso professionale intrapreso come apprendista argentiere nella medievale Borgo San Iacopo, sarà il figlio Paolo ad ereditare la sua grande capacità professionale e la sua maestria, riportando la “bottega” lì dove Orlando aveva iniziato.

Stefania, cominciamo da lontano, dall’esperienza di suo nonno.

Negli anni ‘20 del ‘900 i ragazzi venivano mandati molto giovani in bottega per imparare un mestiere. Mio nonno Orlando iniziò il suo apprendistato presso l’orefice Virgilio Mazzoli di Borgo San Iacopo, per poi collaborare dal 1931 con l’argentiere Rogai, sempre nella stessa strada. Vi rimase alcuni anni, finché decise che era arrivata l’ora di mettersi in proprio e nel gennaio del 1947 aprì suo primo laboratorio di fabbricazione di argenterie in Costa San Giorgio 77, al piano terreno di un convento dove visse per un periodo anche Santa Caterina da Siena. Era già molto bravo e l’esperienza con Rogai lo aveva portato anche a fare lavori molto importanti, ma il problema era farsi conoscere e trovare clienti. Mio nonno non era certo uno che si perdeva d’animo e così preparò dei bigliettini scritti a mano, che distribuì ai fiaccherai, che a quei tempi stazionavano alle Cascine: “Sono Orlando Pagliai, l’argentiere che lavorava dal Rogai, se avete bisogno sono in Costa San Giorgio al n.77”.

E i clienti arrivarono?

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